sabato 6 maggio 2017

Corso 2017 : Traversata Classica Corchia

Eccoci arrivati all'ultima uscita del Corso 2017. Anche in questo caso abbiamo deciso di stravolgere la modalità di esecuzione, ereditata dai corsi precedenti, che comprendeva l'ingresso nel tardo pomeriggio del Sabato e l'uscita  nella primissima mattina di Domenica.


Forse l'unica ragione di questi orari, oltre al fatto che "si era sempre fatto così" era far provare alle "matricole" cosa significava passare la notte in grotta con tutto quello che comportava in termini di stanchezza, sonnolenza e tutti i simpatici sintomi (e conseguenze) dovuti alla mancanza di sonno. Insomma ci siamo ritrovati alle 8:30 al Pomario e siamo riusciti ad entrare, nel più grande rispetto della particolare concezione temporale degli speleologi, a Mezzogiorno.


In testa, all'armo, Danilo e a chiudere, quindi al disarmo, Simone il Direttore. Devo dire che, questa volta, ci siamo scaglionati tra gli allievi come meglio non si poteva fare. Non ho mai partecipato ad una traversata con un corso senza trovare ingorghi sui vari pozzi ma, questa volta, non è successo così e la progressione è stata fluida e continua tranne, naturalmente,  l'inevitabile sosta al Ristorante stellato "Salone Manaresi" per il "pranzo".


Questa volta mi sono portato dietro come cibo alcune barrette energetiche, maltodestrine, una confezione di Noodles, una confezione di Salmone Affumicato e un litro e mezzo di Gatorade oltre ad un paio di bottigliette da mezzo litro di sali che ho bevuto prima di entrare lungo la strada che porta dall'ingresso turistico all'ingresso storico e anche dopo essere uscito.


Quando sono in grotta, tengo delle barrette nella sacca d'armo a portata di bocca e ne addento un poco durante la progressione insieme ad un goccio della bevanda con i sali. Durante una sosta piu lunga, tipicamente il pranzo,  ho bisogno di qualcosa di caldo; quindi  cucino i Noodles (fregandomene delle porcherie che mettono tra gli ingredienti) e, come secondo, mangio il salmone affumicato. In questo modo rimango sempre, più o meno, idratato (anche se saro' sempre in debito di liquidi specialmente nel caso di progressione faticosa o veloce) e ben nutrito. Le maltodestrine vengono utilizzate solo in caso di necessità e quindi in caso di estrema stanchezza o problemi (anche altrui). Naturalmente ciò non impedisce a tutte le altre persone di portarsi focacce, salame, lardo, filoni di pane o cose simili a seconda dei propri gusti. Io trovo che siano indubbiamente soddisfacenti per il palato ma non altrettando dal punto di vista della loro digestione specialmente in un ambiente con le caratteritiche della grotta.


I primi pozzi si succedono fino ad arrivare al Canyon e qui, le esclamazioni di soddisfazione si sprecano. Arriviamo fino al  nodo con il Ramo della Fatica e qui notiamo che qualcuno sta cercando di svuotare il sifoncino a fianco del Pozzo del Fuoco che da accesso al ramo (cito a memoria). Metodo "cantabrina" (detto alla genovese) con una estremità del tubo nel sifone e l'altra più in basso in modo da innescare il flusso dell'acqua che però è interrotto.


Fotografiamo tutto per i posteri. Una breve pausa per ammirare la partenza del Pozzo Bertarelli e siamo all'ultimo traverso che superiamo arrivando al pozzo prima del Pozzazzhione. Fino ad ora non abbiamo trovato la coda presente di solito nei corsi. Scendiamo il pozzo e ci riuniamo ai nostri compagni già, in buona parte, scesi.


Nell'attesa qualcuno mangiucchia del cibo, qualcun altro si scalda un caffe e tutti vengono presi dal freddo dato che, in questo punto, la corrente d'aria si fa sentire. Ma è già ora di scendere i cinquanta metri del pozzo ed arrivare finalmente nel Manaresi dove tutti ci riuniamo per il meritato pranzo.Per l'occasione ho lasciato perdere il poncho in microfibra e mi sono portato un piumimo abbastanza piccolo, quando ripiegato, da stare nel sacco. Mi tolgo la parte superiore della tuta (per far asciugare il sottotuta) e lo indosso. Dopo qualche minuto una sensazione di benessere si diffonde per il caldo che viene mantenuto intorno al mio corpo e stò proprio bene!


Mi rilasso assistendo alla cerimonia dell'uso del "Profondimetro" e cioè lo strumento di altissima precisione che siamo soliti utilizzare per misurare la profondità a cui siamo arrivati. Quest'anno è toccato portarlo a Riccardo che non se la prende assolutamente per l'onore e la responsabilità derivategli da questo ambito incarico e, con fragoroso successo,  viene testata la profondità del Pozzo Franoso. E' ora di ripartire verso gli Scivoli e il Pozzo delle Lame dove arriviamo in pratica quando tutti sono già scesi verso il Portello.


Alla base del pozzo ci ritroviamo tutti e scattiamo una foto di gruppo. Poi ci rimettiamo in cammino verso il pozzo Giovanni che da accesso alla parte finale della Galleria delle Stallattiti e iniziamo a percorrere il ramo turistico che ci porterà all'Empoli.


Dopo le centinaia di gradini che, al giorno d'oggi, hanno sostituito la Galleria Franosa arriviamo al Pozzo Empoli che è armato con ben tre corde che ci consentono di risalirlo rapidamente. Disarmiamo le nostre corde e usciamo. Sono passate otto ore da quando siamo entrati.


Le fotografie dell'uscita sono disponibili QUI.

Le fotografie di Riccardo di tutto il corso sono disponibili QUI

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