Dopo la Traversata classica del Corchia, che ha segnato la fine del Corso 2017, la voglia di grotta è ancora tanta quindi alcuni ex-corsisti e altri del nostro gruppo hanno deciso di andare al Baccile. Lascio a loro la parola.
Alessandra:
Visto che il termine relazione mi intimidisce e mi blocca, affronterò il problema raccontandovi solo come ho passato la mia giornata speleo di Domenica 7 maggio 2017.
C'è il sole.
h 8.30 appuntamento a Canevara - Destinazione Baccile.
I presenti: io (Alessandra), Rossana, Danilo P.,4 sacchi.
Il lago Katia nel 1990 |
Dopo aver caricato la macchina e (con grande gioia della Rossana) aver appreso che il panificio di Canevara è aperto tutte le domeniche fino a settembre decidiamo di partire.
Arrivati a Resceto finalmente ci raggiungono anche gli assenti , siamo al completo, si parte.
Danilo mi rassicura:" il Baccile è una grotta da corso,l 'avvicinamento è una passeggiatina di una ventina di minuti…"ma la Rossana mi riporta subito con i piedi per terra, dicendo di non far fede alle illusorie parole di Danilo sulla passeggiatina dei 20 minuti….
Il lago Katia nel 1994 |
Ore 10:40 siam dentro.
La Rossana piena di energia parte seguita da Edo, iniziano ad armare, prima gli scivoli ( punto in cui sbucheremo per uscire) poi il nostro percorso.
Ecco a questo punto dovrebbe iniziare la parte del racconto dedicata alle informazioni tecniche….che ahimè non sono in grado di fornirvi, quello che vi posso dire io è che :
Cavolo quant è bagnata questa grotta!!
Pero è calda...e è anche bella!
Il lago Katia nel 1995 |
Camminiamo, strusciamo, saliamo, scendiamo, arriviamo al bel pozzo della chiocciola.
In avanscoperta scendono Rossana e la Giuditta per visionare appunto se nel lago c' è acqua ed è percorribile.
Nel frattempo io, Edoardo e Danilo attendiamo all' attacco del pozzo l'esito della perlustrazione delle dinamiche ragazze,al fine di sapere se disarmare o meno la chiocciola unica via di fuga nel caso il lago sia diventato inaccessibile. Durante la breve attesa con il consenso divertito di Edoardo Danilo si diverte a coniare soprannomi per la sottoscritta.
Finalmente udiamo le voci femminili :
"IL LAGO C'EEEEEEEE' !!!"
"EVVIVA!!"
"L 'ACQUA E' TANTA!!"
Scendiamo,Il pozzo viene disarmato, non c'è più via di scampo.
Mentre aspetto con il pozzo da 100m alla mia sinistra e il lago Katia alla mia destra per una frazione di secondo la parte razionale della mia mente mi chiede: "ma perché in una calda e assolata domenica di Maggio cara Alessandra ti trovi al buio, sotto terra destinata a tuffarti in lago ??"
Il lungo cammino verso l'ingresso nel 1995 |
Quindi dopo pochi minuti mi ritrovo in mutande con l 'acqua che mi arriva fin sopra le ginocchia a guadare un lago sotterraneo.
All'inizio la sensazione non è delle più piacevoli,qualche gridolino per la temperatura dell' acqua e per lo sprofondare dei piedi nudi nel fango ma dopo poco girato l 'angolo ( il lago fa un angolo di 90°gradi ) la sensazione diventa più piacevole, sarà che vedo la luce …. (del casco della ross) sarà che inizio ad abituarmi ,sarà che la tensione si allenta , sarà che alla fin fine mi piace pure ,mi rilasso un attimo ed ecco che il mio asciutto scarpone sinistro finisce dentro il lago …..UFFA!!
Il lago Katia nel 1998 |
Nel frattempo arrivano gli altri sfoggiando vivaci mutande, ci siamo tutti sull 'altra riva del lago. (Edoardo da questo momento inizierà a ripetere in loop l 'estasi provata all' interno delle acque).
A questo punto un caffè ce lo siamo proprio meritato, e che si fa? il caffè e basta?? ma dai,già che ci siamo mangiamo anche!!
Iniziamo a banchettare cercando di capire quale sarà il nostro destino … arriviamo ai celebri sabbioni?? siamo troppo bagnati?? ci prenderà il freddo??
Decidiamo quindi di affrontare le cose poco per volta, ci rivestiamo elettrizzati nel rimetterci in dosso le tute mezze bagnate, e per quanto mi riguarda insorge il problema dello scarpone..per risolvere il problema in dotazione ho un sacchetto di plastica untissimo strabordante di olio dove erano custoditi i pomodori secchi della Rossana o un sacchetto di carta misto plastica un po meno unto ...opto per il secondo e ci avvolgo il mio piedino freddo e via si riparte.
Il lago Katia nel 2001 |
Ma porca vacca!
Ma mi sembra di essere sotto la doccia!!
Ma io c'ho il sacco cibo?
Ma non avevamo già mangiato???
Ma se questo è il sacco cibo perché dopo aver mangiato è ancora così pesante???
Ecco perchè si chiama pozzo della strettoia!!
Ma come ha fatto ad incastrarsi ??
Come ci è entrato ci deve uscireeeee!!!
Il lungo cammino verso l'ingresso nel 2002 |
Arrivati alla base del pozzo decisione presa: usciamo .
Siamo a due passi dagli scivoli e siamo zuppi fradici, ,la Rossana aspetta Danilo che scende per ultimo per disarmare.
In un batti baleno siamo agli scivoli, sale la Giuditta facendo notare quando sia faticoso salire gli scivoli con il sacco , salgo io apprendo immediatamente che la Giuditta aveva ragione e che sugli scivoli si scivola proprio…. ma tra uno scivolone di qua e una testata di là son fuori.
Edo sale in due balletti tranquillo e beato.
Fuori il sole non c' è, i nuvoloni invece si, ha anche piovuto, l' illusione di poter indossare finalmente abiti asciutti appollaiata al sole svanisce in un attimo….
Danilo e la Rossana fanno presto finito il disarmo son fuori.
Il lago nel 2015 |
Siamo a Resceto sono le 15 credo….gli indigeni ci salutano con frasi per me ancora incomprensibili.
E' arrivato uno dei momenti che preferisco…quello della birretta premio.
I telefoni iniziano a riprendere segnale i messaggi trepidanti e ansiosi di quelli che non erano con noi ci raggiungono,ma è tutto ok ce l'abbiamo fatta e secondo me ci siamo anche divertiti.
Questo racconto è purtroppo sprovvisto di documentazione fotografica ( per info chiedere a Giuditta e Edoardo)
Giuditta:
Ed eccomi qua, alle prese con la relazione della mia prima uscita da “ultima arrivata” (è 10 minuti che cerco di darmi una definizione ed “ultima arrivata” mi è sembrata quella più opportuna, ma questa è un’altra storia…) quindi, su esortazione di Danilo cercherò di raccontarvi come ho vissuto questa mia esperienza.
Domenica 7 maggio 2017
Il lago nel 2015 |
Usciamo di casa di corsa, Danilo ci chiama e decidiamo di vederci direttamente a Resceto, ma il danno ormai era stato fatto: avevamo dimenticato la preziosa macchinetta fotografica sul tavolo. Arrivati a destinazione e ricongiunti con il resto del gruppo abbiamo iniziato l’avvicinamento; a quel punto mi sono resa subito conto che le “colorite” parole di Edoardo nel definire il sentiero che porta alla grotta erano fondate: boia se è dritto!!! Tra una mia imprecazione e l’altra Danilo ci mostra la fauna autoctona apuana e dopo una ventina di minuti arriviamo a destinazione.
Il lago nel 2015 |
Rossana inizia ad armare gli scivoli dai quali poi saremo dovuti risalire, Edo un traverso e dopo poco eccoci dentro.
Dopo esserci arrampicati in un passaggio vissuto in modo traumatico dalla Rossana mi rendo subito conto di come sia bagnata e scivolosa quella grotta; chiedo informazioni ma mi viene risposto che di solito è abbastanza asciutta; allora il mio pensiero va, anche se solo per un momento (ero troppo occupata a non scivolare) verso il famoso lago Katia, a detta di tutti ormai prosciugato da anni.
Sinceramente non so dirvi quanti pozzi abbiamo sceso prima di arrivare a quello della chiocciola, l’unico che mi ricordo lucidamente prima del lago anche per il curioso soprannome che ci è stato coniato, ma posso dirvi la sensazione che ho provato quando per la prima volta ho montato il mio discensore “da sola”: tranquillità.
Ho una capacità nel legarmi e fare casino con le corde che è fuori dal comune ed una coscienza delle distanze che è paragonabile ad un bimbo che va all’asilo, ma appesa sui pozzi sono a mio agio e questo devo ancora capire se è un bene o un male.
La lunga risalita verso l'ingresso nel 2013 |
Ecco che arriviamo al pozzo della strettoia, Edo va ad armare e arrivato al frazionamento volano imprecazioni: scende acqua, parecchia acqua. Tocca a me: mi allongio, faccio casino legandomi con la corda del sacco, mi libero monto il discensore ed arrivo al frazionamento; mi incastro di nuovo con il sacco, lo prendo a calci tra imprecazioni varie e finalmente mi trovo in posizione per fare il frazionamento, tutto praticamente “sotto la doccia”.
Finalmente riesco a scendere e completamente fradici optiamo per risalire dagli scivoli poco distanti. Salgo per prima; tra espressioni colorite dovute alle botte e scivoloni (sono chiamati scivoli perché si scivola?) e insulti rivolti al il mio sacco con calma arrivo in cima.
Dopo non molto arriva anche Coriandolo sbuffando come me ed Edo che sembra uscito da fare una passeggiata lungomare. Aspettiamo Danilo e Rossana che stanno disarmando, una volta pronti iniziamo la discesa verso la meritata birra.
Visto che sono sprovvista di fotografie, metto l’unica che ho a disposizione:
quella della mia macchinetta fotografica sul tavolo :)
Giuditta.
Si ringrazia Andrea Venuta ( GSCS Sarzana ) per l'autorizzazione alla pubblicazione delle foto storiche
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