Il ‘’compito’’ che ci è stato assegnato da Nadia è quello di fare una relazione sulle concrezioni eccentriche. Si tratta di formazioni, di dimensioni generalmente ridotte, che sembrano non obbedire alla forza di gravità come le normalo stalagmiti. Sulla loro formazione i pareri degli studiosi sono discordi, per cui troviamo diverse ipotesi. Ad ogni modo, all’origine del loro casuale dirigersi in ogni direzione, vi sono varie cause.
A parte il caso della presenza di eventuali correnti d'aria che possono fare deviare orizzontalmente il tragitto delle gocce d'acqua, negli altri casi il ruolo principale è giocato da particolari forme di cristallizzazione della calcite. La calcite è un minerale che cristallizza nel sistema romboedrico; la cannula stalattitica è infatti formata da una serie di piccolissimi romboedri che si compenetrano uno nell'altro. Se, per cause varie, in tale tubicino avviene una perforazione laterale, l'acqua che fuoriesce attraverso tale apertura crea un'apposizione laterale di altri romboedri.
Vi sono poi stalattiti eccentriche costituite da un canaletto centrale estremamente piccolo, con diametro inferiore al millimetro, nel quale l'acqua scorre molto lentamente; alla sua estremità inferiore, è sempre presente una gocciolina d'acqua in cui i cristalli di calcite possono disporsi secondo diversi orientamenti, da cui le diverse direzioni assunte dalle concrezioni che si formano.
Ma come mai questo ‘’compito’’?
Be’, perchè sabato 21 Gennaio Nadia, Silvia, Danilo P.,Edoardo ed io di concrezioni eccentriche al Ramo dei Veronesi al Corchia ne abbiamo viste davvero tante.
L’appuntamento è per le 8.30 (orario speleo) al gruppo, tra caricare i sacchi e venire a Montignoso io mi faccio trovare per le 8.45 al BP. Arrivano che sono già le 9.30 ci prendiamo un caffè e si parte, oggi non abbiamo orologi al polso e nessuna fretta di andare ne tanto meno di tornare.
Arriviamo, ci cambiamo e ci avviciniamo all’ingresso. Oramai lo conosciamo molto bene. Entriamo ed in poco tempo siamo già al percorso turistico. Percorriamo la via metallica, giungiamo al bivio e ci teniamo sulla destra, il Pozzo della Gronda è proprio li sotto di noi. Saltiamo e ci prepariamo ad armarlo. Possiamo scegliere 2 strade, una in un tiro unico nel vuoto con armi nuovi, oppure l’altra frazionata. E’ Nadia la prima a scendere e sceglie quella frazionata, uno alla volta scendiamo i sei frazionamenti e giunti sul fondo ci aspetta un piccolo ruscello che esce da una pozza.
Decidiamo di fare un caffè poi proseguiamo seguendo il corso dell’acqua, da qui in poi è tutto armato, superiamo dei piccoli salti, dei traversi un pozzo un po’ più alto a fianco di una cascata che mi sorprende per la sua bellezza e facendo attenzione a non bagnarci arriviamo al Pozzo a L ,un grande tubo profondo più di 40 metri. E’ il turno di Edoardo scendere ed armare poi Nadia e tocca a me. Mi affaccio, è tutto buio, nessuna luce sul fondo poi ad un tratto un bagliore ad una ventina di metri sotto di me, è l’ingresso del ramo dei Veronesi, mi calo nel vuoto un piccolo pendolo e mi infilo nella galleria. La percorriamo ed arriviamo in un salone pieno di concrezioni, restiamo impressionati dalla bellezza di questo ambiente, dal colore verde di alcune stalattiti e dalle eccentriche. Ci fermiamo a mangiare qualcosa, scattiamo qualche foto e decidiamo di tornare indietro.
Risaliamo i pozzi fino ad arrivare alle passerelle, rifacciamo le corde nei sacchi e ci incamminiamo verso l’uscita facendo una visitina alle Gallerie della Neve.
Mettiamo il naso fuori che è già buio, ci cambiamo e una giornata al Corchia non può che finire con una birretta dalla Piera.
Riccardo
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