domenica 17 dicembre 2023

IL "CREPO" È SEMPRE IN AGGUATO!

È una domenica mattina (10/12/2023 n.d.r.), il cielo di un azzurro frizzante fa da cornice ai monti belli imbiancati e liberi dalle nuvole. Il ritrovo è da Aldo alle 8 con la Marti, Mauro, Alessio, Giuse e io. Per Silvia e Matteo (detto Marco) un po’ prima, visto che vanno a prendere un’ulteriore 50 al gruppo, che non si sa mai…
Facciamo colazione, aspettiamo una dormigliona che deciderà di restare a letto e si parte.

Arrivati alle Gobbie troviamo Nadia che ci stava aspettando, facendoci una bellissima sorpresa. E c’è anche la neve! Ci prepariamo al sole che scalda e via. Saliamo per la via di cava, mentre Nadia e Giuse seguono il sentiero che poi proseguiamo insieme.

Salutiamo Buca di V, facendola vedere ai
nostri nuovi amici, poi una pettatina fino alla grata che copre l’ingresso di Astrea.

Giuse arma l’ingresso ed entra, seguito da Nadia e Matteo. A seguire la Silvia e Mauro, poi io, Alessio e Martina. Scendiamo lo scivolo, osserviamo qualche armo da rivedere, fino all’inquietante traverso, che come la prima volta mi lascia un attimo perplessa, chiedo alla Silvia “E mo' come faccio?” ma in
realtà è “solo” quell’attimo di terrore che passa una volta iniziato.

Dietro di me cerco di dare indicazioni ad Alessio, seguito, fortunatamente, sempre da Martina. Scendo il pozzo e giù sotto un po’ di doccia, il pendolo e via. Raggiungo la Silvia e Mauro, che ci chiedono la corda da 50 che ha Alessio per armare il pozzo successivo, perché Giuse scendendo trova una corda lesionata.

Allora ci scambiamo i sacchi e consegno quello con la corda a Nadia che ci arma in calata doppia il pozzo. Scendiamo  ancora fino ad arrivare a quel merdoso traversino sopra il San Ranieri, dove non so ancora di quale dissociazione sia stata in preda, ma riesco a darmi la corda in faccia, quindi una volta raggiunti gli altri che volevano proseguire giù verso il cuore nero, io capisco che è meglio fermarmi insieme a Silvia e Martina.

È l’una passata, gli altri scendono. Noi ci facciamo quasi un pranzo di Natale visto che siamo in tema,
tordellini in brodo, zuppa di verdure, focaccia, biscotti, the caldo. Sono le 15 e finalmente gli altri arrivano, hanno preso un po’ di acqua, a parte Nadia.

Iniziamo a risalire, parte prima la Marti seguita da
Alessio e me. Di nuovo quel traverso che ancora non ho capito come affrontarlo nella stazione eretta
continuiamo. Mi raggiunge Silvia, poi Mauro e Giuse. Matteo è dietro con Nadia, sentiamo le loro voci in lontananza che dicono che è tutto ok.

Salendo faccio passare Silvia, Mauro e Giuse e inizio a risalire il 34. Sto per lasciare il frazionamento ma sento Matteo che chiede aiuto, dice di essere senza forze. C’è l’acqua che impedisce a Matteo di sentire la mia voce, io sono già sull’altra corda, salgo e scende Giuse, mentre Nadia lo sta raggiungendo da sotto.

Aggiorno gli altri sopra, tenendoli pronti a dover chiamare aiuto. Preparo un sacco con il bulacco del soccorso, un piumino, acqua e cibo, cordini in kevlar. La triste scoperta che siamo senza moschi ne carrucole per un eventuale paranco mi ricorda che dobbiamo migliorare nell’organizzazione...

Nel frattempo Giuse mi dice di aspettare che non devo scendere. Dopo un po’ arrivano tutti e tre e una volta su Matteo può raccontarmi che mentre stava risalendo si è sentito quasi svenire, non aveva più forze. Dice di non voler mangiare, di sentirsi meglio, ma non siamo convinti che riesca a risalire.. Per fortuna Nadia estrae la sua magica micro traxion che ci regala un bel po’ di sollievo, forse possiamo farcela.

Siamo arrivati al pozzo armato doppio precedentemente da Nadia con la nostra 50, quindi si opta per un
recupero con la micro traxion. Io e Giuse saliamo, li ci aspettano tutti gli altri. Sono le 18, decidiamo di
mandare Silvia e Alessio a chiedere aiuto, dandogli precise indicazioni su cosa dire, cos’è successo, dove siamo (Giuse suggerisce di contare i pozzi che andranno a salire), cosa portare e memorizziamo l’ora.

Io Mauro e Martina restiamo sulla base del pozzo, Martina è la prescelta ad aiutare Giuse nelle manovre, non senza l’aiuto fondamentale di Mauro che nonostante sia alla sua prima uscita fuori corso si dimostra calmo e lucido. Dopo aver parancato Matteo, Giuse e Nadia mangiano qualche biscotto e noccioline varie, Nadia dice che Matteo con calma può provare a risalire l’ultimo pozzo, quindi proseguiamo.

Matteo sale fino al frazionamento, dove lo attende Giuse sull’altra corda, e lo aiuta nelle manovre. La stanchezza si rifà sentire, ma manca poco all’uscita, è proprio lì sopra! Giuse prosegue, seguito da Nadia che monitora ora Matteo. Io resto giù, ad aspettare un libera che arriverà dopo un bel po’. Arriva, parto, ma resto di nuovo bloccata al frazionamento perché Matteo non riesce più a proseguire per uscire
dal pozzo per raggiungere il traverso. Questa parte sarebbe bella raccontata da chi ha pompato per far uscire Matteo da lì (Marti Nadia e Giuse).

Io posso solo dire di aver fatto la mia seconda doccia in Astrea appesa a quel frazionamento… Libera, riparto, traverso, e di nuovo appesa in compagnia di Nadia e due pippi con cui è nato un rapporto di rispetto reciproco (io non li illumino troppo e loro non mi prendono in giro). Giuse e Martina pompano ancora per far salire a Matteo l’ultimo scivolo.

Nadia disarma il traverso e io salgo dopo l’ultimo libera. Finalmente alle 21.30 siamo fuori. Nadia non era ancora uscita che in lontananza vediamo delle frontali, le lucine del soccorso? Mano a mano che si
avvicinano riconosciamo i nostri amici, Daniele, il Biondo, Danilo, il Biagi, che hanno lasciato quello che stavano facendo per venire ad aiutarci, pronti per entrare in grotta a raggiungerci. Ecco, quel momento è stato come quando arrivi a casa, ho sentito la famiglia che vedo in noi, nelle persone come noi, che “normali” non siamo per entrare nei buchi in certe giornate di sole pieno e cielo azzurro, ma alla fine, la normalità cos’è?

Credo non lo sia nemmeno trovare delle persone così da esserci sempre, o meglio, non è per niente scontato… soprattutto quando è davvero difficile aiutare ed esserci, ma ti riempie così il cuore che allora, forse proprio perché non è normale, rende tutto questo meravigliosamente bello.

GRAZIE A TUTTI!


Aloha
Viola

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