Per chi volesse leggere la storia della BUCA DI V può far riferimento al seguente link, che rimanda ad un articolo scritto per la rivista TALP della Federazione Speleologica Toscana da Danilo M., socio del Gruppo:
Per chi invece volesse vedere come la Buca si sviluppa all'interno del Monte Pelato e si lega ad altre grotte formando un bel complesso di circa 10 Km, può dare un'occhiata al suo rilievo topografico, disegnato sempre da Danilo M.:
https://drive.google.com/drive/folders/0B9rcrRPH4sznM2xXbFVIR2lOVk0
Dopo la doverosa premessa, veniamo alla punta esplorativa del 29/30 dicembre, preceduta da alcune uscite preparatorie finalizzate al riarmo del percorso principale, ossia alla sostituzione di corde e attacchi risalenti agli anni '90 e quindi ormai "provati".
Riporto sotto le relazioni originali dei partecipanti, che riescono a trasmettere l'entusiasmo dell'esplorazione e la passione per la speleologia, anche a chi non la pratica.
Ma prima alcune immagini di repertorio.
p.17 dei CORVI NERI |
p.13 JASMINE |
p.10 GINEVRA |
p.30 CAMILO CIENFUEGOS |
congiunzione BUCA DI V-BAGNULO |
strettoie del PEYOTE |
Relazione di Marco Leorin
Sabato 29 dicembre 2018
Buca di V
Partecipanti: Daniele, Jelena, Edoardo e Marco (GSAA), Cristian(GSCS), Martina e Susy (gruppo Lunense)
Obiettivo
dell’uscita, per i più esperti, arrivare a fare una risalita a -250
(della quale magari relazionerà Daniele); per gli altri invece fare una
uscita in una grotta sconosciuta. Siamo infatti 4 su 7 a non essere mai
entrati in Buca di V. Io ne ho sempre sentito parlare, perché è una
delle grotte storiche del GSAA, scoperta negli anni 90, facente parte
del complesso del Monte Pelato; ho provato anche a cercare il rilievo
nel catasto speleo toscano ma non l’ho trovato.
Ritrovo
alle 9.30 al gruppo, siamo solo in 3, con gli altri ritrovo al bar per
la colazione; tra una cosa e l’altra arriviamo alle Gobbie dopo
mezzogiorno, Avvicinamento breve, meno di 15 minuti.
Ci si prepara, Edoardo arma l’ingresso e il primo pozzetto e uno alla volta entriamo in grotta.
La
discesa è bella, abbastanza facile, in mezzo a quei marmi spettacolari
che ti fanno sentire sicuro: all’inizio si scende un po’ stretti (con la
puzza di capra morta nel naso…) qualche pozzetto rapido, il p30 molto
bello, la strettoia prima del p50 che all’andata è stata magnanima ma si
è fatta sentire al ritorno, il p50 bellissimo. Facile scendere con la
grotta tutta armata eh!
Dopo
il p50 ci sono le strettoie del Peyote, foriere di tante preghiere….
Passano Daniele, Jelena, Cristian, Io ho qualche ripensamento. Passa
Martina che è piccolina e penso “ci passa perché è minuta”; passa
Edoardo e allora mi faccio un po’ di coraggio ma aspetto che passi anche
Susy. Provo a infilare le testa e mezzo torace, sento la roccia che mi
comprime la pancia (e io che pensavo di essere dimagrito!), mi fermo,
respiro, ragiono: saremo più o meno a -200, quindi dovremo anche tornare
indietro, in discesa di va abbastanza bene, in salita la gravità non
perdona, le strettoie fanno perdere un sacco di energie,……………… decido di
fermarmi, non me la sento di andare oltre perché rischio di stancarmi
troppo e di non riuscire a tornare indietro. Comunico a Susy la mia
decisione e dico di stare tranquilli che li aspetto li, senza problemi
perché ho cibo, acqua e il piumino.
Non
so bene quanto tempo è passato, almeno due ore, forse tre, ma a dire la
verità non mi è pesato per nulla aspettare da solo, al buio della
grotta; ho mangiato, riposato, seduto su un sacco, ogni tanto quando
avevo troppo freddo mi sono alzato in piedi, ho fatto qualche movimento
sui sassi, ho cantato, ho immaginato le facce di mia moglie mentre le
racconto di essere stato da solo tre ore in una grotta al buio. Ho
pensato alla stupore e alle emozioni di chi ha esplorato per primo
quella grotta, alla fatica di aprirsi qualche passaggio, alla bellezza
di trovarsi in cima al p30 o al p50, maestosi e spettacolari. Sono state
tre ore molto belle.
Poi
sento che qualcuno si sta avvicinando, sono Edoardo, Martina e Jelena
che tornano indietro; due chiacchiere al volo e proseguiamo per la
risalita.
Per
fortuna che mi sono riposato! Subito il primo pozzetto di risalita si
fa sentire, non ricordo bene, forse saranno stati una quindicina di
metri, ma nel vuoto, che mi hanno fatto faticare un sacco. Il p50 nella
prima metà è andato anche bene, con i frazionamenti mi ha permesso di
rifiatare, ma la seconda metà è stato un’altra botta! Per la strettoia
sopra il p50 sia io che Edoardo ci togliamo l’imbrago.
Poi
Martina ed Edoardo procedono più rapidamente, Jelena si piazza dietro
di me e pazientemente mi segue mentre, lentamente, risalgo uno ad uno
tutti i pozzi. A un certo punto mi fa malissimo il quadricipite di
destra, penso per uno stiramento, per cui posso usare in risalita solo
la sinistra.
Arrivo all’ultimo pozzo prima di uscire quasi stremato, vedo finalmente il cielo sereno e le stelle, è quasi mezzanotte.
Arriviamo
alla macchina, ci cambiamo, una birretta veloce al freddo delle Gobbie e
torniamo a casa (in tutto questo, Edoardo doveva essere a cena da sua
mamma alle nove!).
I tre in esplorazione so che sono usciti alle tre di notte, ci racconteranno cosa hanno fatto.
Finalmente ho rifatto una uscita in grotta, una signora grotta. Grazie ai compagni di questa bella giornata.
Relazione di Daniele Quadrella
Alle
strettoie va avanti Edo, lui non le ha mai fatte. Cerca i passaggi più
comodi, ogni tanto si volta e mi chiede, va bene di qui o di qua, la
mia risposta: fai te c'è solo una strada, se ci passi è quella giusta.
Invece porca miseria ci ritroviamo in un meandro stretto a fare
quello che non si dovrebbe fare, io a togliere l'imbrago a lui con una
mano sola, il perché immaginatelo voi. Passiamo tutti tranne uno (vedi sopra la relazione di Marco L.). Tra un pozzetto e l'altro si arriva al campo base, una mangiata e si
cerca la strada (io ci sono stato una volta sola e sinceramente non
ricordavo tutta la strada per bene). Arriviamo alla base del pozzo con
il laghetto, quello prima degli sfondamenti, sono le 17:30 più o meno,
si chiacchiera e dico a Edo che in 2/3 ore sarà fuori dalla grotta e di stare
tranquillo, che semmai per la cena arriverà tardi ma arriverà (non è
colpa mia se è lento). Ci dividiamo, si va in cerca della
risalita, un giro di qui uno di là e si finisce sopra un pozzo molto
scuro oooooooooooh, sbagliato strada, in compenso non scorderò mai la
faccia di Cri quando gli ho fatto tirare il sasso nel pozzo 1001 1002
1003 1004 1005 1006........ 150 m. Torniamo indietro, al borsino che
aveva lasciato Simone. Si arrampica con un po' di titubanza passando di
qua e di là sul meandro (sotto di noi un bel po' di metri). Arriviamo
finalmente alla risalita, faccio un piccolo traverso e siamo alla
base. Un salto di 6/7 m. Valuto che la risalita è facile e dico a Cri se
la vuole fare lui (la sua prima risalita), mette 5 chiodi ed eccolo
alla cima, fa sosta e lo raggiungiamo. Il secondo salto lo faccio io (anche lì 7/8 m) due fix e sono in cima, recupero Cri, mi fa una piccola
sicura, sono su una lama e di là c'è il pozzo che continua. Sta volta tocca
alla Susy, 4/5 m ( Simone colpisce ancora, la risalita stringe e per noi chiude), toglie tutto e guardiamo il
pozzo in discesa, ma anche lì chiude, non rimane che disarmare, scendono Susy e Cri, io disarmo e faccio una doppia. Che ci volete fare, si mangia qualcosa e si riparte alle 10:30.
Arriviamo
al bivio con il ramo di Belleville, mi viene un dubbio e andiamo a vedere. Ma come pensavo c'è
acqua nella condotta, mando Cri a vedere quanta aria c'è per passare, ma torna indietro
un po' di corsa, mi guarda e mi dice se sono matto, lui fa anzi le
strettoie :-))) Quindi si torna indietro e ......... persi 20 minuti.
Tocca alle strettoie, poi al 50, da lì si iniziano a vedere i primi sintomi di cedimento di Cri, iniziamo a staccarci, arrivo in cima al 50 e con la Susy, aspettiamo Cri, per circa 20/25 min, passiamo la strettoia e passano
altri 10 min, facciamo il 30 e anche lì ....... Allora chiedo alla Susy
di dividerci anche il sacco di Cri che è in riserva. Ma anche cosi non
cambia nulla. Sul pozzo Jasmin mi fermo ad aspettarlo, spengo la luce,
sento Cri che dalla base del pozzo inizia a dire "dai Cri che c'è la
fai, dai cazzo, non mollare, ancora uno sforzo, ancora uno, dai non
mollare, non sei una schiappa....." e io che dalla cima del pozzetto rido
e mi diverto a sentirlo. Andiamo avanti e la Susy fa su e giù in grotta
come se niente fosse. Arriviamo al pozzo di uscita, salgo per primo e
metto una corda di aiuto per Cri, era cosi cotto che al deviatore ha smontato
la maniglia e voleva togliere pure kroll e corda di auto sicura. Esce ed
eccolo lì MIRCO all'uscita del GF, per chi c'era sa a cosa mi riferisco,
per chi non c'era peggio per lui. Esce anche la Susy, disarma e poi gli viene in mente delle chiavi della macchina in fondo al pozzo, riarma scende, risale e
disarma. Siamo tutti fuori alle 02:46. Da qui la destinazione è casa
mia, arriviamo alle 4:20, mangiamo qualcosa, la Susy e la Marti tornano a
casa e noi si va a letto.
Alla prossima esplorazione, in BUCA DI V o altrove!
Nadia
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