giovedì 10 gennaio 2019

BUCA DI V! Il primo amore non si scorda mai.

Da circa un paio di mesi il nostro Gruppo sta portando avanti un nuovo progetto esplorativo in BUCA DI V (Catasto Grotte della Toscana T/LU 1444, Località Gobbie, Monte Pelato, Alpi Apuane). La grotta è stata scoperta ed esplorata dal GSAA a partire dal 1994 e per molti soci del Gruppo ha rappresentato quello che per i marinai è l'Amerigo Vespucci, ossia una vera e propria grotta scuola.
Per chi volesse leggere la storia della BUCA DI V può far riferimento al seguente link, che rimanda ad un articolo scritto per la rivista TALP  della Federazione Speleologica Toscana da Danilo M., socio del Gruppo:

Per chi invece volesse vedere come la  Buca si sviluppa all'interno del Monte Pelato e si lega ad altre grotte formando un bel complesso di circa 10 Km, può dare un'occhiata al suo rilievo topografico, disegnato sempre da Danilo M.:

https://drive.google.com/drive/folders/0B9rcrRPH4sznM2xXbFVIR2lOVk0

Dopo la doverosa premessa, veniamo alla punta esplorativa del 29/30 dicembre, preceduta da alcune uscite preparatorie finalizzate al riarmo del percorso principale, ossia alla sostituzione di corde e attacchi risalenti agli anni '90 e quindi ormai "provati".
Riporto sotto le relazioni originali dei partecipanti, che riescono a trasmettere l'entusiasmo dell'esplorazione e la passione per la speleologia, anche a chi non la pratica.
Ma prima alcune immagini di repertorio.


p.17 dei CORVI NERI

p.13 JASMINE


p.10 GINEVRA
p.30 CAMILO CIENFUEGOS





congiunzione BUCA DI V-BAGNULO

strettoie del PEYOTE


Relazione di Marco Leorin
Sabato 29 dicembre 2018
Buca di V
Partecipanti: Daniele, Jelena, Edoardo e Marco (GSAA), Cristian(GSCS), Martina e Susy (gruppo Lunense)


Obiettivo dell’uscita, per i più esperti, arrivare a fare una risalita a -250 (della quale magari relazionerà Daniele); per gli altri invece fare una uscita in una grotta sconosciuta. Siamo infatti 4 su 7 a non essere mai entrati in Buca di V. Io ne ho sempre sentito parlare, perché è una delle grotte storiche del GSAA, scoperta negli anni 90, facente parte del complesso del Monte Pelato; ho provato anche a cercare il rilievo nel catasto speleo toscano ma non l’ho trovato.
Ritrovo alle 9.30 al gruppo, siamo solo in 3, con gli altri ritrovo al bar per la colazione; tra una cosa e l’altra arriviamo alle Gobbie dopo mezzogiorno, Avvicinamento breve, meno di 15 minuti.
Ci si prepara, Edoardo arma l’ingresso e il primo pozzetto e uno alla volta entriamo in grotta.
La discesa è bella, abbastanza facile, in mezzo a quei marmi spettacolari che ti fanno sentire sicuro: all’inizio si scende un po’ stretti (con la puzza di capra morta nel naso…) qualche pozzetto rapido, il p30 molto bello, la strettoia prima del p50 che all’andata è stata magnanima ma si è fatta sentire al ritorno, il p50 bellissimo. Facile scendere con la grotta tutta armata eh!
Dopo il p50 ci sono le strettoie del Peyote, foriere di tante preghiere…. Passano Daniele, Jelena, Cristian, Io ho qualche ripensamento. Passa Martina che è piccolina e penso “ci passa perché è minuta”; passa Edoardo e allora mi faccio un po’ di coraggio ma aspetto che passi anche Susy. Provo a infilare le testa e mezzo torace, sento la roccia che mi comprime la pancia (e io che pensavo di essere dimagrito!), mi fermo, respiro, ragiono: saremo più o meno a -200, quindi dovremo anche tornare indietro, in discesa di va abbastanza bene, in salita la gravità non perdona, le strettoie fanno perdere un sacco di energie,……………… decido di fermarmi, non me la sento di andare oltre perché rischio di stancarmi troppo e di non riuscire a tornare indietro. Comunico a Susy la mia decisione e dico di stare tranquilli che li aspetto li, senza problemi perché ho cibo, acqua e il piumino.
Non so bene quanto tempo è passato, almeno due ore, forse tre, ma a dire la verità non mi è pesato per nulla aspettare da solo, al buio della grotta; ho mangiato, riposato, seduto su un sacco, ogni tanto quando avevo troppo freddo mi sono alzato in piedi, ho fatto qualche movimento sui sassi, ho cantato, ho immaginato le facce di mia moglie mentre le racconto di essere stato da solo tre ore in una grotta al buio. Ho pensato alla stupore e alle emozioni di chi ha esplorato per primo quella grotta, alla fatica di aprirsi qualche passaggio, alla bellezza di trovarsi in cima al p30 o al p50, maestosi e spettacolari. Sono state tre ore molto belle.
Poi sento che qualcuno si sta avvicinando, sono Edoardo, Martina e Jelena che tornano indietro; due chiacchiere al volo e proseguiamo per la risalita.
Per fortuna che mi sono riposato! Subito il primo pozzetto di risalita si fa sentire, non ricordo bene, forse saranno stati una quindicina di metri, ma nel vuoto, che mi hanno fatto faticare un sacco. Il p50 nella prima metà è andato anche bene, con i frazionamenti mi ha permesso di rifiatare, ma la seconda metà è stato un’altra botta! Per la strettoia sopra il p50 sia io che Edoardo ci togliamo l’imbrago.
Poi Martina ed Edoardo procedono più rapidamente, Jelena si piazza dietro di me e pazientemente mi segue mentre, lentamente, risalgo uno ad uno tutti i pozzi. A un certo punto mi fa malissimo il quadricipite di destra, penso per uno stiramento, per cui posso usare in risalita solo la sinistra.
Arrivo all’ultimo pozzo prima di uscire quasi stremato, vedo finalmente il cielo sereno e le stelle, è quasi mezzanotte.
Arriviamo alla macchina, ci cambiamo, una birretta veloce al freddo delle Gobbie e torniamo a casa (in tutto questo, Edoardo doveva essere a cena da sua mamma alle nove!).
I tre in esplorazione so che sono usciti alle tre di notte, ci racconteranno cosa hanno fatto.
Finalmente ho rifatto una uscita in grotta, una signora grotta. Grazie ai compagni di questa bella giornata.

Relazione di Daniele Quadrella
Alle strettoie va avanti Edo, lui non le ha mai fatte. Cerca i passaggi più comodi, ogni tanto si volta e mi chiede, va bene di qui o di qua, la mia risposta: fai te c'è solo una strada, se ci passi è quella giusta. Invece porca miseria ci ritroviamo in un meandro stretto a fare quello che non si dovrebbe fare, io a togliere l'imbrago a lui con una mano sola, il perché immaginatelo voi. Passiamo tutti tranne uno (vedi sopra la relazione di Marco L.). Tra un pozzetto e l'altro si arriva al campo base, una mangiata e si cerca la strada (io ci sono stato una volta sola e sinceramente non ricordavo tutta la strada per bene). Arriviamo alla base del pozzo con il laghetto, quello prima degli sfondamenti, sono le 17:30 più o meno, si chiacchiera e dico a Edo che in 2/3 ore sarà fuori dalla grotta e di stare tranquillo, che semmai per la cena arriverà tardi ma arriverà (non è colpa mia se è lento). Ci dividiamo, si va in cerca della risalita, un giro di qui uno di là e si finisce sopra un pozzo molto scuro oooooooooooh, sbagliato strada, in compenso non scorderò mai la faccia di Cri quando gli ho fatto tirare il sasso nel pozzo 1001 1002 1003 1004 1005 1006........ 150 m. Torniamo indietro, al borsino che aveva lasciato Simone. Si arrampica con un po' di titubanza passando di qua e di là sul meandro (sotto di noi un bel po' di metri). Arriviamo finalmente alla risalita, faccio un piccolo traverso e siamo alla base. Un salto di 6/7 m. Valuto che la risalita è facile e dico a Cri se la vuole fare lui (la sua prima risalita), mette 5 chiodi ed eccolo alla cima, fa sosta e lo raggiungiamo. Il secondo salto lo faccio io (anche lì 7/8 m) due fix e sono in cima, recupero Cri, mi fa una piccola sicura, sono su una lama e di là c'è il pozzo che continua. Sta volta tocca alla Susy, 4/5 m ( Simone colpisce ancora, la risalita stringe e per noi chiude), toglie tutto e guardiamo il pozzo in discesa, ma anche lì chiude, non rimane che disarmare, scendono Susy e Cri, io disarmo e faccio una doppia. Che ci volete fare, si mangia qualcosa e si riparte alle 10:30.
Arriviamo al bivio con il ramo di Belleville, mi viene un dubbio e andiamo a vedere. Ma come pensavo c'è acqua nella condotta, mando Cri a vedere quanta aria c'è per passare, ma torna indietro un po' di corsa, mi guarda e mi dice se sono matto, lui fa anzi le strettoie :-))) Quindi si torna indietro e ......... persi 20 minuti. Tocca alle strettoie, poi al 50, da lì si iniziano a vedere i primi sintomi di cedimento di Cri, iniziamo a staccarci, arrivo in cima al 50 e con la Susy, aspettiamo Cri, per circa 20/25 min, passiamo la strettoia e passano altri 10 min, facciamo il 30 e anche lì ....... Allora chiedo alla Susy di dividerci anche il sacco di Cri che è in riserva. Ma anche cosi non cambia nulla. Sul pozzo Jasmin mi fermo ad aspettarlo, spengo la luce, sento Cri che dalla base del pozzo inizia a dire "dai Cri che c'è la fai, dai cazzo, non mollare, ancora uno sforzo, ancora uno, dai non mollare, non sei una schiappa....." e io che dalla cima del pozzetto rido e mi diverto a sentirlo. Andiamo avanti e la Susy fa su e giù in grotta come se niente fosse. Arriviamo al pozzo di uscita, salgo per primo e metto una corda di aiuto per Cri, era cosi cotto che al deviatore ha smontato la maniglia e voleva togliere pure kroll e corda di auto sicura. Esce ed eccolo lì MIRCO all'uscita del GF, per chi c'era sa a cosa mi riferisco, per chi non c'era peggio per lui. Esce anche la Susy, disarma e poi gli viene in mente delle chiavi della macchina in fondo al pozzo, riarma scende, risale e disarma. Siamo tutti fuori alle 02:46. Da qui la destinazione è casa mia, arriviamo alle 4:20, mangiamo qualcosa, la Susy e la Marti tornano a casa e noi si va a letto.

Alla prossima esplorazione, in BUCA DI V o altrove!

Nadia


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