Un poco di storia
Correva l'anno 1998 e facevo ancora parte del gruppo speleologico C.A.I. Carrara ( G.S.C.C. ).
Alcuni anziani del paese di Torano avevano informato uno di noi dell'esistenza di una "grotta sopra la Tana dei Tufi" ma da queste parti il termine grotta non è detto che corrisponda ad una apertura vera e propria ( e' spesso associato a un riparo o a un gruppo di rocce ), e questo ci aveva fatto pensare alla solita informazione da prendere con le molle, anche se spesso poi tali informazioni hanno un contenuto veritiero.
Primo Errore : tutti un po' stupiti perché pensavamo che in quella zona non ci fosse più niente da scoprire.
Secondo Errore : siamo stati condizionati dal fatto che il Tanone di Torano è sempre stata una grotta "Da Corso" e si sa le grotte appartenenti a questa categoria vengono sempre trascurate e pure i loro dintorni.
Partiamo in una bella giornata molto soleggiata e cominciamo ad esplorare i dintorni della Tana dei Tufi. Per chi non è mai stato da queste parti si tratta di una zona molto ripida,
con una vegetazione intricata dove potresti passare vicinissimo ad un ingresso senza vederlo e d'altronde le indicazioni degli abitanti del paese erano tutt'altro che precise come sempre in questi casi.
Infatti ci perdiamo nel bosco e le imprecazioni cominciano a solcare l'aria da un punto all'altro della macchia . Dopo un paio d'ore di ricerca infruttuosa siamo letteralmente zuppi di sudore e ci consoliamo respirando a pieni polmoni chi il fumo delle sigarette chi l'aria densa dei profumi delle piante e delle erbe di campo attorno a noi.
Alla fine capitiamo, proprio per caso, su un piccolo inghiottitoio raggiunto strisciando sotto gli arbusti spinosi e li facciamo il punto della situazione. Poco distante da questo ne troviamo un altro un poco più grande.
Notiamo che questa zona un tempo doveva essere coltivata perché gli inghiottitoi si aprono su "piane" ( terrazzamenti) ricavate da qualcuno nel pendio. Ci viene l'idea di procedere , più o meno, lungo la retta che collega i due inghiottitoi e alla fine dopo esserci scorticati a dovere e riempiti di spine arriviamo all'ingresso della grotta.
Toponimi e nomi locali
Apro qui una breve parentesi sulla situazione locale dei toponimi e dei nomi relativi alle grotte che si aprono nella zona.
e utilizzata , come integrazione delle acque dell'acquedotto locale, in caso di necessità. Questo tunnel è visitabile durante la manifestazione "Torano Notte e Giorno" ( il Paese degli Artisti) una delle numerose iniziative che dovrebbero valorizzare il territorio.
Mandibola di animale (si spera) |
Siccome nel dialetto (Dialetto Carrarese) locale la doppia non viene quasi mai pronunciata (e nemmeno scritta) credo che "tana dei tuffi" sia una interpretazione di colui che ha raccolto tale nome dalle genti del posto. Comunque sarebbe molto interessante chiedere a qualche anziano nel paese l'origine di questi nomi.
Ai giorni nostri
Stalattitone |
E' un "problema" vivere a così poca distanza da così tante grotte: c'è' sempre modo di rimandare perché tanto ci si può tornare in un futuro prossimo che magari però si allontana sempre di più.
Descrizione della grotta
Nel pavimento della sala si apre un pozzo molto concrezionato e profondo una quindicina di metri su una bella e liscia colata di calcite ( purtroppo deturpata da alcuni vecchi chiodi ). Il pozzo dà accesso a due saloncini comunicanti e molto concrezionati e senza nessuna apparente possibilità di prosecuzione.
Naturalmente, a parte il nostro di anni prima, c'erano segni di precedenti accessi. In pratica molte concrezioni più grandi erano state spaccate e asportate. Parlando con qualche vecchio del paese avevamo scoperto che le concrezioni venivano portate fuori e sezionate lungo l'asse minore per ricavarne posa ceneri come già nel caso della vicina Tana dei Tufi.
Balla o verità?
La Fauna
La bellezza di questa piccola cavità risiede nel fatto che può' essere pensata come una "trappola" per gli animaletti che dal pozzo cadono direttamente all'interno della grotta o vengono portati all'interno dall'acqua. Alcuni probabilmente riescono ad uscire ma, per alcuni di loro, la cavità diventa a tutti gli effetti una trappola senza uscita. L'ambiente ipogeo come ecosistema si presta comunque ad ospitare esseri viventi che si adattano alla zona di transizione della luce verso il buio, alla totale assenza di variazioni delle condizioni interne al variare delle stagioni, alla elevata umidità e alla scarsità cronica di cibo. Per quanto riguarda gli animali che si trovano all'interno bisognerebbe fare una distinzione tra le tre classiche categorie a cui appartiene la fauna cavernicola e cioè:
- Troglosseni : Animali che si trovano in grotta o perchè sono caduti all'interno o portati dallo scorrere dell'acqua specialmente in grotte con accesso verticale o comunque inghiottitoi.
- Troglofili : Animali che si trovano in grotta solo in alcuni periodi della loro vita (ad esempio i pipistrelli) o animali che possono vivere sia in grotta ( anche con parziali adattamenti ) o all'esterno.
- Troglobi : Animali che vivono esclusivamente in grotta e per questo si sono adattati all'ambiente ipogeo sviluppando caratteristiche per farlo. Tutto il loro ciclo vitale si svolge in grotta.
Isopode in azione |
Il Rilievo
Durante la prima o la seconda uscita abbiamo eseguito il rilievo
sezione |
Pianta |
La Zona intorno alla cavità
Il numero di catasto assegnato alla grotta è il T/MS 1926 e l'ingresso si apre vicino all'ingresso del Tanone di Torano. Sono collegate? Di sicuro sono molto vicine anche su quote diverse. La zona è fortemente carsica ma geologicamente non nel marmo bensì nel calcare cavernoso che da questa quota ( in realtà la quota a cui arriva è ancora inferiore: in pratica nell'alveo di questo ramo del torrente Carrione dove ritrova la roccia impermeabile ) sale fino a poco
Non è un fiume ma la strada |
con tanto di "ravaneto" che risalta sullo sfondo verde e visibile a chilometri di distanza. Nella collina in cui si apre la grotta non sono segnalate altre cavità oltre alla succitata Tanone di Torano ed alcune cavità in frana sul culmine della collina, i cosi detti "Fornelli" perchè in inverno emanano generose quantità di aria tanto fare onore al nome. Altre cavità vengono segnalate in alto poco sotto la Zona di Capanne Ferrari: un pozzetto di 5 o 6 metri, uno di 70 e un altro di una decina di metri. Tutta roba non inserita nel catasto. E' comunque una zona di forte assorbimento d'acqua che viene canalizzata verso il paese di Torano anche in maniera violenta e repentina.
Negli ultimi anni si è alterato il rapporto tra marmo estratto sotto forma di blocchi e marmo estratto come "scaglie" o ridotto in ciotoli nettamente a favore di quest'ultima tipologia . Se si esce dalla grotta è possibile assistere, sulla strada proprio di fronte, al passaggio quasi
Marmettola che scende a valle |
Conclusioni
Insomma una piccola grotta e una piccola esplorazione ma direi comunque soddisfacente perchè potrebbe avere acceso una "scintilla" biospeleologica.
Giancarlo
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