La Martina, Alessio, Cristina, Silvia, Giulia, Nicola V., Giancarlo,
Duilio e la Nadia con Danilo:
questi gli incoscienti che si sono
ritrovati al gruppo, al solito
orario da alpinisti rimasti addormentati, la tarda mattina del 17 di
maggio 2015.
orario da alpinisti rimasti addormentati, la tarda mattina del 17 di
maggio 2015.
posizione sulla carta CTR |
Obiettivo
dichiarato: trovare la Buca di Lussolo identificata dal
numero 269 del Catasto delle Grotte della Toscana .
numero 269 del Catasto delle Grotte della Toscana .
L'ingresso si apre nelle ripidissimi versanti che si affacciano
nella valle di Renara, per la precisione poco sotto la confluenza
tra il Canale Buio (da cartografia CTR Toscana ) ,
probabile “traduzione” del dialettale Canal Buro ed il Canale del
Diavolo o Canale dell'Usciolo (da cartografia Webmapp ).
L'idea che mi son fatto è che il nome Buca di
Lussolo sia una sorta di errore rispetto al toponimo “Usciolo”.
nella valle di Renara, per la precisione poco sotto la confluenza
tra il Canale Buio (da cartografia CTR Toscana ) ,
cartografia dal sito www.webmapp.it |
probabile “traduzione” del dialettale Canal Buro ed il Canale del
Diavolo o Canale dell'Usciolo (da cartografia Webmapp ).
L'idea che mi son fatto è che il nome Buca di
Lussolo sia una sorta di errore rispetto al toponimo “Usciolo”.
il vecchio rilievo |
s'era intuito (Fede) che non aveva molto da dire? Perché un buco
resta un buco finché un curioso qualsiasi non trova una via che
magicamente lo trasforma in una grotta. E questo già sarebbe un
motivo sufficiente.
Invece l'idea che mi sono messo in testa è un poco più ampia ed ha
almeno un paio di aspetti.
Intanto per provare a fare un lavoro sistematico (parola grossa)
nella rivisitazione delle grotte che afferiscono a Renara e che sono
state rilevate/viste molti anni addietro. L'altro aspetto è andare a
visitare dei luoghi che mi sono sempre ripromesso di percorrere ma
che per mille motivi non ho mai frequentato... e quello che abbiamo
visto ieri, quelle pareti, quei canali quei versanti da capre mi
hanno tolto il fiato (fisicamente e non).
una infinita distesa di sassi |
imbocchiamo il sentiero CAI N. 42 che porta fino al Passo del
Vestito percorrendo il Fosso omonimo. Il sentiero corre in riva
desta del torrente che ormai è colmato dai di residui di escavazione
Poco sopra casa Bonotti, alla confluenza tra il Fosso del Vestito ed
il Canale del Diavolo, abbandoniamo il sentiero ed iniziamo la
ricerca dell'ingresso.
sul ripidissimo pendio |
del Diavolo, ma non degli speleologi di media intelligenza: non si
sa mai che si trovasse un buco, quassù inculandia dove in
pochissimi
ritornerebbero... Ci ritroviamo quindi ad arrancare su per
ripidissime boscaglie, credo calpestate da ben pochi esseri
umani. Umani... parola grossa. Insomma: ci trasciniamo fin sopra una
terrazza naturale, a sbalzo sul sottostante canale. Senza fiato per
la salita, invece di respirare rimaniamo a bocca aperta incantati da
quello che abbiamo davanti agli occhi: un luogo verticale,
selvaggio, aspro, dove soltanto la presenza di un'antica lizza ci
ricorda che di Apuane “intatte” non ce ne sono praticamente più
luoghi selvaggi |
GPS
alla mano, la grotta è vicinissima. Ma le coordinate sono
“vecchie”, il luogo davvero ripido, il che significa che anche pochi
metri di errore, possono significare molti, molti metri di
dislivello. Nadia Shackleton vede una traccia, la segue, … e trova
l'ingresso che naturalmente è soltanto ad una decina di metri sopra
il greto del torrente.
“vecchie”, il luogo davvero ripido, il che significa che anche pochi
metri di errore, possono significare molti, molti metri di
dislivello. Nadia Shackleton vede una traccia, la segue, … e trova
l'ingresso che naturalmente è soltanto ad una decina di metri sopra
il greto del torrente.
Ovviamente
non potevamo farci scappare l'occasione di revisionare il
rilievo di una buca esplorata nel 1962. Il rilievo lo abbiamo fatto,
e questi sono i nuovi disegni
rilievo di una buca esplorata nel 1962. Il rilievo lo abbiamo fatto,
e questi sono i nuovi disegni
la nuova pianta |
Prima
dicevo: la grotta è stata vista nel 1962. Sbagliato.
All'ingresso della grotta nessun segno di armo, ma si sa, nel '62 si
sceglieva un albero, uno spuntone, gli si dava un paio di giri di
cordini e giù le scale. A struscione nel pozzo, altro che
frazionamenti.
Quindi piantiamo uno spit (che soddisfazione quel martellio, dopo
anni!) e si fraziona su un alberino, che negli anni 60 era di certo
ancora un seme.
Dopo il primo, franoso e terroso imbuto esterno, il primo serio
terrazzino di roccia. E altri due spit. E un fix... e sotto un
l'ingresso |
fix per frazionare in sicurezza. Altro che 1962!
Vabbè, qualcuno ci ha anticipato, ma questa piccola delusione non ci
ha certo rovinato una splendida giornata, iniziata ravanando come
capre per dirupi, seguita da una grotticella che ricorderemo, e che
dopo il pediluvio nelle fredde sorgenti del Rocciolo, si è conclusa
con una birretta davanti un banchino di buone cose da mangiare fatte
dai nostri amici.
Volevamo
vedere la Buca di Lussolo e l'abbiamo vista, ma per chi
volesse ripeterla dico: è molto più bello stare all'esterno,
sostanzialmente la grotta è una spaccatura con due ingressi ed una
frana ciottolosa alla base. La fine attuale è una fessura senza
movimento d'aria ma si sente un “rumore”: un debole rombo, debole
assai, come d'acqua corrente. Mah!
volesse ripeterla dico: è molto più bello stare all'esterno,
sostanzialmente la grotta è una spaccatura con due ingressi ed una
frana ciottolosa alla base. La fine attuale è una fessura senza
movimento d'aria ma si sente un “rumore”: un debole rombo, debole
assai, come d'acqua corrente. Mah!
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