venerdì 5 giugno 2015

La Buca di Lussolo

La Martina, Alessio, Cristina, Silvia, Giulia, Nicola V., Giancarlo, Duilio e la Nadia con Danilo: 

questi gli incoscienti che si sono ritrovati al gruppo, al solito 

orario da alpinisti rimasti addormentati, la tarda mattina del 17 di 


maggio 2015.

posizione sulla carta CTR
Obiettivo dichiarato: trovare la Buca di Lussolo identificata dal 

numero 269 del Catasto delle Grotte della Toscana .

L'ingresso si apre nelle ripidissimi versanti che si affacciano 

nella valle di Renara, per la precisione poco sotto la confluenza 


tra il Canale Buio (da cartografia CTR Toscana 


cartografia dal sito www.webmapp.it


probabile “traduzione” del dialettale Canal Buro ed il Canale del 


Diavolo o Canale dell'Usciolo (da cartografia Webmapp 
). 

L'idea che mi son fatto è che il nome Buca di 

Lussolo 
sia una sorta di errore rispetto al toponimo “Usciolo”.

il vecchio rilievo
Ma perché ci siamo infilati in un buco che già dal vecchio rilievo 

s'era intuito (Fede) che non aveva molto da dire? Perché un buco 


resta un buco finché un curioso qualsiasi non trova una via che 


magicamente lo trasforma in una grotta. E questo già sarebbe un 


motivo sufficiente.

Invece l'idea che mi sono messo in testa è un poco più ampia ed ha 


almeno un paio di aspetti.

Intanto per provare a fare un lavoro sistematico (parola grossa) 


nella rivisitazione delle grotte che afferiscono a Renara e che sono 


state rilevate/viste molti anni addietro. L'altro aspetto è andare a 


visitare dei luoghi che mi sono sempre ripromesso di percorrere ma 


che per mille motivi non ho mai frequentato... e quello che abbiamo 


visto ieri, quelle pareti, quei canali quei versanti da capre mi 


hanno tolto il fiato (fisicamente e non).
una infinita distesa di sassi
Lasciamo le macchine nel parcheggio poco sopra la Buca di Renara

imbocchiamo il sentiero CAI N. 42 che porta fino al Passo del 


Vestito percorrendo il Fosso omonimo. Il sentiero corre in riva 


desta del torrente che ormai è colmato dai di residui di escavazione 


Poco sopra casa Bonotti, alla confluenza tra il Fosso del Vestito ed 

il Canale del Diavolo, abbandoniamo il sentiero ed iniziamo la 


ricerca dell'ingresso.
sul ripidissimo pendio
Delle persone sane di mente avrebbero risalito il greto del Canale 

del Diavolo, ma non degli speleologi di media intelligenza: non si 


sa mai che si trovasse un buco, quassù inculandia dove in 


pochissimi 


ritornerebbero... Ci ritroviamo quindi ad arrancare su per 


ripidissime boscaglie, credo calpestate da ben pochi esseri 


umani. Umani... parola grossa. Insomma: ci trasciniamo fin sopra una 


terrazza naturale, a sbalzo sul sottostante canale. Senza fiato per 


la salita, invece di respirare rimaniamo a bocca aperta incantati da 


quello che abbiamo davanti agli occhi: un luogo verticale, 


selvaggio, aspro, dove soltanto la presenza di un'antica lizza ci 


ricorda che di Apuane “intatte” non ce ne sono praticamente più 


luoghi selvaggi
GPS alla mano, la grotta è vicinissima. Ma le coordinate sono 

“vecchie”, il luogo davvero ripido, il che significa che anche pochi 


metri di errore, possono significare molti, molti metri di 


dislivello. Nadia Shackleton vede una traccia, la segue, … e trova 


l'ingresso che naturalmente è soltanto ad una decina di metri sopra 


il greto del torrente.
Ovviamente non potevamo farci scappare l'occasione di revisionare il 

rilievo di una buca esplorata nel 1962. Il rilievo lo abbiamo fatto, 


e questi sono i nuovi disegni


la nuova pianta

la nuova sezione

Prima dicevo: la grotta è stata vista nel 1962. Sbagliato.


All'ingresso della grotta nessun segno di armo, ma si sa, nel '62 si 


sceglieva un albero, uno spuntone, gli si dava un paio di giri di 


cordini e giù le scale. A struscione nel pozzo, altro che 


frazionamenti.


Quindi piantiamo uno spit (che soddisfazione quel martellio, dopo 


anni!) e si fraziona su un alberino, che negli anni 60 era di certo 


ancora un seme.


Dopo il primo, franoso e terroso imbuto esterno, il primo serio 


terrazzino di roccia. E altri due spit. E un fix... e sotto un 


l'ingresso
altro 

fix per frazionare in sicurezza. Altro che 1962!

Vabbè, qualcuno ci ha anticipato, ma questa piccola delusione non ci 

ha certo rovinato una splendida giornata, iniziata ravanando come 


capre per dirupi, seguita da una grotticella che ricorderemo, e che 


dopo il pediluvio nelle fredde sorgenti del Rocciolo, si è conclusa 


con una birretta davanti un banchino di buone cose da mangiare fatte 


dai nostri amici.

Volevamo vedere la Buca di Lussolo e l'abbiamo vista, ma per chi 

volesse ripeterla dico: è molto più bello stare all'esterno, 


sostanzialmente la grotta è una spaccatura con due ingressi ed una 


frana ciottolosa alla base. La fine attuale è una fessura senza 


movimento d'aria ma si sente un “rumore”: un debole rombo, debole 


assai, come d'acqua corrente. Mah!

La nostra sala da pranzo:



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