domenica 27 marzo 2022

Relazione uscita in cavità artificiale - Schilpario Val di Scalve (BG), Miniera Plagna - Livello Sopracroce

 Riporto due relazioni, la prima di Marisa Garberi (GSB-USB) e la seconda di Danilo Magnani (GSAA).

Partecipanti: G. Belvederi, M. L. Garberi (GSB-USB); D. Magnani, N. Ricci, Giuseppe e Viola (GSAA)
Dopo due anni, si effettua la giunzione della Miniera Plagna con il livello Sopracroce 3, insieme agli amici di Massa. Il dislivello da scendere è di 93 metri, la scommessa è quella di arrivare dove avevamo in parte risalito insieme agli amici urbinati. Scommessa vinta, atterraggio perfetto.

In febbraio del 2020, durante una visita degli urbinati risalimmo un vuoto di coltivazione nel Livello Sopracroce 3 fino ad una finestra, da lì la risalita si verticalizzava troppo e decidemmo di tentare la giunzione in discesa, partendo dalla miniera Plagna, circa 100 metri più in alto nel bosco, dove presumibilmente arrivava la risalita. Era necessario acquisire maggiori informazioni topografiche: avere il punto GPS della bocca della miniera Plagna, il suo rilievo ed il rilievo della porzione del Sopracroce 3 interessata dalla risalita. Il tempo passa, la sabbia scorre nella clessidra, effettuiamo tutto quello che serviva e necessitavamo però la forza di amici che ci aiutassero nell’impresa, bisognava portare almeno 160 metri di corda, tutta la ferraglia per fare gli attacchi, il trapano e altre amenità a 1336 slm su per un bosco ripidissimo fino all’ingresso della Plagna, troppo per due vecchierelli come noi. A Bologna ed Urbino le nostre preghiere non trovano ascolto, ma a Massa sì! Eccoci in 6 su per il pendio carichi e garruli nel bosco inondato di sole, con un’aria un po’ fresca ma niente neve o ghiaccio in terra. Arriviamo al buco di discesa, Giovanni disgaggia, rotaie, travi e massi precipitano con echi prolungati ed inquietanti, poi arma e scende per primo usando la 60, dopo lo segue Giuseppe con una 40 di rinforzo, Danilo scende con un’altra 40 nel sacco e io porto nel sacco la 20. Nadia e Viola recano i generi di conforto, i piumini… Si scende in una salita operai a tratti inclinata e a tratti verticale e strapiombante, durante la discesa Giovanni arriva alla finestra raggiunta due anni fa e non la riconosce, continua a scendere un po’, poi inizia ad avere dei dubbi, intanto Giuseppe lo raggiunge al frazionamento sopra e nota una piastrina e un moschettone in lega! Chiama Giovanni, che tra alcune pie invocazioni risale alla finestra! Intanto noi siamo dislocati lungo i frazionamenti, in un forte vento freddo che sale dai livelli bassi, richiamato dall’ingresso alto. Finalmente Giovanni arriva in Sopracroce e noi tutti scendiamo via via fino alla galleria. Abbiamo usato tutte le corde che avevamo con noi, siamo arrivati esattamente nel luogo pensato, ma il percorso è troppo pericoloso per essere utilizzato come un bel giro di traversata. Ora ci aspetta il rilievo e il disarmo, che si presenta delicato e pesante.

Marisa

Gruppo dei partecipanti all'ingresso della miniera Plagna (foto di Marisa Garberi)


Lungo la discenderia (foto di Marisa Garberi)


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Partecipanti: Marisa e Giovanni GSB-USB
Viola, Giuseppe, Nadia e Danilo GSAA
Schilpario, in Val di Scalve (BG)
Una breve relazione

Discenderia: una sorta di pozzo inclinato con pendenze tra i 45 ed i 70 gradi utilizzata per lo scarico del minerale (siderite) verso livelli più bassi dove veniva caricato sui carrelli diretti all'esterno oppure per il transito dei minatori.

Antefatto: tempo fa Giovanni, tra scale marce e tubi per l'aria compressa, riesce a risalire una discenderia per circa cinquanta metri, ma sopra il vuoto continua decisamente più verticale quindi si ferma.

Parcheggiate le macchine nei pressi dell'ingresso (uscita?)  saliamo per una quarantina di minuti in una splendida quanto ripida abetaia. Entriamo nella Miniera Plania e dopo un breve guado incontriamo due orrendi vuoti. Orrendi per noi che era la prima volta che vedevamo posti del genere. Appena toccati i resti di una vecchia quanto fatiscente struttura di legno e ferro adibita allo scarico del minerale, con grande frastuono (e cagaccio) si sbriciola e frana sotto i nostri occhi. Fatto sta che quella era proprio la via che volevamo scendere.
Vivaaa!

Prepariamo il materiale e Giovanni scende armando sotto stillicidi e cercando di pulire il più possibile il pozzo. Fa un ottimo lavoro ma la caduta di sassi più o meno piccoli ci accompagna per tutta la discesa. Dopo un po' ci si abitua, quasi... ma mica tanto.

A ruota Giuseppe fa lo sherpa con i materiali ed io dietro a lui con un altro sacco bello gonfio.

Alla fine stendiamo 160 metri di corda per un dislivello di un centinaio di metri abbondanti di dislivello e finalmente viene conclusa una tanto cercata e sperata congiunzione tra la Miniera Plania e la sottostante Miniera Croce.

Tutti in fondo alla discenderia ormai ci rilassiamo (!) perché siamo in zone già esplorate e rilevate quindi scarichiamo la tensione accumulata osservando meravigliati splendide quanto per noi insolite concrezioni.

Altra discenderia già armata e più tranquilla (si fa per dire), un tot di traversi su enormi vuoti di coltivazione, gallerie, gallerie, gallerie ed arriviamo nella Miniera Gaffiona. Ancora un po' di cammino in gallerie più recenti ed ampie e finalmente la luce del tardo pomeriggio ci annuncia l'ingresso (l'uscita!) della Miniera Spiazzo dove abbiamo lasciato le macchine. Ma ci aspetta un ultimo, incredibile regalo di questa indimenticabile giornata: nei pressi dell'uscita per raggiungere la cancellata occorre fare lo slalom tra decine e decine di stalagmiti di ghiaccio.

Voglia di tornarci? Ora come ora mica tanta.
Ma di sicuro mi piacerebbe condividere un'altra esperienza con gli splendidi compagni che ho avuto in questa avventura.

Aloha
Danilo
 
Viola lungo la discenderia (foto di Danilo Magnani)

Verso l'uscita della miniera Spiazzo (foto di Danilo Magnani)

 

 

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