sabato 10 novembre 2018

Rivisitazione dell'Abisso Paleri - Monte Tambura versante mare






Canale dei Paleri-M.Tambura
Lo scorso anno durante la bella stagione ad un nostro socio, Simone, viene in mente una malsana idea: riarmare l'Abisso Paleri (Numero T/MS 878 del Catasto Grotte Toscano, zona Monte Tambura impervio versante massese), per rivedere, con l'aiuto delle attuali tecniche, possibili zone esplorative a - 300/400 m di profondità. L'Abisso è stato esplorato per la prima volta durante gli anni '80 dal Gruppo versiliese. Si sono poi susseguiti nell'esplorazione speleologi savonesi e veronesi. Attualmente la grotta fa parte del complesso Pinelli-Paleri-Pianone, ossia ben tre abissi che comunicano tra loro, formando un unicum di circa 10 km di sviluppo planimetrico. Seguono alcune foto e la relazione dell'uscita del 4 agosto 2017.

 RELAZIONE USCITA DEL 4/8/2017

Partecipanti: Jelena (G.S.B.), Giorgio, Nicola Zella, Edoardo, Daniele, Simone (G.S.A.A.).
waiting for the dark
Il ritrovo è alle 18:30 alla sede del gruppo a Canevara. Quasi tutti pensiamo di annullare l’uscitaper il gran caldo, a Resceto nel pomeriggio la temperatura tocca i 34 gradi, ma uno Zella stramotivato che mi dice stavolta andiamo anche in due va assolutamente seguito e alle 19:30 partiamo direzione Campaniletti. Dopo 2 ore siamo al rifugio, ceniamo, organizziamo l’uscita del giorno dopo e festeggiamo il compleanno di Nicola. La mattina del sabato la sveglia suona alle 6:30, colazione e poi preparazione del materiale. Partiamo dal rifugio verso le 8:00, Zella ancora più motivato si porta i tre sacchi pieni di corde lanciandoli fino all’ingresso, dove arriviamo alle 9:00. Si entra alle 10:00.
Rollo in fase preparatoria
Come prestabilito la sera Zella, Daniele, Edoardo e Jelena andranno avanti continuando il riarmo, mentre a me e Giorgio il compito di rivedere i meandri intorno al p.30. Scendiamo tutti insieme fino alla testa del p.30, io e Giorgio scendiamo il meandro inizialmente un po' stretto, ma neanche tanto, per poi allargarsi nell’ultimo tratto. Ci affacciamo e vediamo gli altri a pochi metri da noi in fondo al p.30, come immaginavamo dal rilievo. A questo punto risaliamo il p.30 per recuperare i sacchi mentre gli altri iniziano il riarmo. Mangiamo qualcosa e poi come da programma andiamo a rivedere l’altra parte di meandro, già rilevato, ma non si sa mai. Superiamo il traversino fatto l'uscita precedente con la Nadia e scendiamo armando con 3 frazionamenti il meandro. Decido di non scendere in verticale, dove sotto di me vedo una sala, perché la corda (33 m) penzola nel vuoto e non ho voglia di fare la giunzione con l’altra, sapendo dal rilievo che il meandro va a finire nella via del fondo decido di percorrerlo nella parte alta nel fossile. Stendo la corda lungo il meandro fino a un saltino di 3 m fraziono e parto con l’altra corda (21 m). Mi accorgo di avere un solo fix quando mi trovo sopra un altro saltino di 5 m, a questo punto decidiamo di scendere anche se più sotto la corda struscia un pochetto. Ci ritroviamo in una saletta, due vie una scende e l’altra sale.
Zella all'ingresso del Paleri
Arrampico un po', la via continua a salire e probabilmente torna nel meandro appena sceso, iniziamo ad avere dei dubbi sotto di noi una sala, nessuna traccia nel meandro ma abbiamo trovato un ramo nuovo?? Mi affaccio sul salto per cercare segni, corde , niente quando all’improvviso l’occhio mi cade su un barattolo di vetro, dentro il messaggio lasciato da Roberto quasi vent’anni fa. Il meandro porta come da rilievo nella via del fondo. La domanda sorge a me e Giorgio spontanea, ma come hanno fatto a scendere o salire qui senza niente? Avevano le ali? Scendiamo tutti e due il saltino con la corda che struscicchia un po’ e decidiamo di raggiungere gli altri, al ritorno io disarmerò il meandro. Ci infiliamo in un altro meandro e troviamo la corda lasciata dagli altri in discesa, un bel saltino con alla base una bella pozzetta di acqua limpida. Dopo una breve ma concrezionata galleria che porta sul p 26, dove alla base sento le voci degli altri. Ambiente bello, pulito nei marmi dove quando piove passa una buona quantità d’acqua. Raggiungiamo gli altri che stanno armando il secondo dei tre saltino prima del p 50. Alla base la scritta G.S.V. in nero fumo e dopo l’ultimo saltino percorso il bel meandro arriviamo sopra il p 50. A questo punto decidiamo che è inutile spenderli tutti, tanto non abbiamo più  materiale per proseguire e ci dividiamo in 3 gruppi. Io e Edo ci occuperemo del disarmo del meandro, Daniele e Giorgio di fare una piccola risalita che porterà in zona già conosciuta e Jelena farà assistenza a Zella ancora in grande forma che armerà il p 50. Usciremo alle 18:30 in 4 e gli altri due alle 19:30. La parte più faticosa? La risalita del canale e la discesa della Vandelli.
messaggio di Bobo di Savona
Mai più il rientro verrà fatto in questo modo, salvo caso eccezionali, ma scendendo il canale raggiungendo i Piastriccioni e poi Resceto. Possibilità esplorative? Da fare due traversini sulla testa del p 30 e del p 26 dove ci sono due arrivi. Sicuramente a questo punto, visto che siamo a due terzi di grotta l’intenzione è quella di arrivare al fondo, sperando di trovare qualcosa di nuovo.

Con l'ultima uscita dell'ottobre di quest'anno, la grotta è stata disarmata e restituita al sul buio e silenzio. Vista la difficoltà dell'avvicinamento, che richiede circa 2,30 ore per pendii senza sentiero, l'abisso Paleri non si presta certo alla passeggiata domenicale. Lasciamo campo a speleo con più caparbietà di noi. Buona grotta a tutti.

Nadia


1 commento:

  1. Ho letto on piacere.
    Sono stato ai Paleri 2 volte, nel lontano 1985, e lo scritto mi ha fatto ricordare la fatica dell'avvicinamento, la bellezza della grotta e l'emozione di una delke mie prime uscite impegnative post-corso, per di più con la speranza (vana...) di sviluppi esplorativo.
    Chissà se sarei ancora in grado di entrarci...

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